Ciao a tutti!
Oggi vi darò qualche informazione su un tipo di
abbigliamento che ormai vediamo spesso anche qui in Occidente ma del quale non
tutti sanno realmente molto: il velo
islamico.
Innanzitutto c’è da specificare che ne esistono
diversi tipi:
- il niqāb
- il burqa
- lo chador
- l’ hiyab
Questi hanno caratteristiche differenti e una
tradizione, ma soprattutto ad ognuno di essi è legato un particolare pensiero.
Cominciamo con il primo.
Il niqāb è una tipologia di velo presente nella
tradizione araba preislamica
e islamica,
che copre l'intero corpo della donna compreso il volto, lasciando scoperti solo
gli occhi.
E’ composto essenzialmente da due parti distinte:
- la prima è formata da un fazzoletto di stoffa leggero e traspirante, che viene collocato al di sotto degli occhi a coprire naso e bocca, e legato al di sopra delle orecchie;
- la seconda parte è formata da un pezzo di stoffa molto più ampio del primo, che nasconde i capelli e buona parte del busto, da legare dietro la nuca, e poi lasciato cadere morbido lungo le orecchie.
Viene considerato come la versione araba del velo
integrale e solitamente è di colore nero.
È diffuso in Medio Oriente, nell’Africa
settentrionale, nel Sud-Est asiatico e nel sub-continente indiano.
Il secondo è il burqa; questo è il vocabolo che più
comunemente sentiamo, ma non va considerato come l’unica categoria di
abbigliamento tradizionale. Infatti, il termine stesso di “burqa” individua già
in sé due tipi di vestiti diversi:
- il primo è una sorta di velo fissato al capo che copre l'intera testa, permettendo di vedere attraverso una finestrella all'altezza degli occhi e che li lascia quindi scoperti. In altri tipi un’altra finestrella circonda la bocca che viene però coperta da una sorta di mascherina;
- la seconda forma, chiamata anche burqa completo o burqa afghano, è un abito, solitamente di colore nero o blu, che copre sia la testa sia il corpo. All'altezza degli occhi viene posta una retina che permette di vedere parzialmente, senza scoprire gli occhi della donna.
Il burqa è stato introdotto in Afghanistan all'inizio del 1890 durante il regno di Habibullah Kalakānī, che lo impose alle duecento donne del suo harem, in modo da "non indurre in tentazione" gli uomini quando esse si fossero trovate fuori dalla residenza reale. Divenne così un capo per le donne dei ceti superiori, da usare per essere protette dagli sguardi del popolo. Fino agli anni '50 era prerogativa dei più abbienti ma si diffuse poi in tutto il paese.
Adesso è usato in ossequio a una interpretazione di
una norma coranica, in alcuni paesi musulmani; e in quelli più tradizionalisti
è obbligatorio fuori dalla propria abitazione.
E’ usato tuttora principalmente in Afghanistan.
La terza tipologia è invece il chador o chadar,
dal persiano ciâdar (velo, mantello).
Questo è un indumento
tradizionale iraniano,
simile ad una mantella e ad un foulard,
indossato dalle donne nel momento in cui devono comparire in pubblico.
E’ costituito da una stoffa semi circolare che ricopre
il capo e le spalle e che lascia scoperto il viso; è poi tenuto chiuso sotto il
mento in modo da incorniciare il volto.
Una variante è un lungo velo nero che ricopre
completamente il corpo, ad esclusione comunque delle mani, dei piedi e del
viso.
L'origine di questo costume deriva dall'antica Mesopotamia,
dove le donne rispettate portavano il velo, mentre le prostitute e le serve non
potevano indossarlo; di conseguenza il chador mostrava lo stato sociale.
Le donne iraniane non devono indossare
obbligatoriamente il chador e oggi lo si può vedere non solo in Iran ma
in tutto il Medioriente.
L’ultima tipologia che tratterò è invece la forma più semplice di velo, ed è lo hiyab o hijab.
Esso è un tipo di velo islamico composto tecnicamente da due parti:
- la cuffia che tiene raccolti e fermi i capelli;
- il velo che viene appoggiato su di essa e può essere legato sotto il mento, avvolto intorno al collo o lasciato ricadere liberamente sul corpo.
Il termine "hijab" viene dalla parola araba
"hajaba", la quale significa "nascondere alla vista".
Attualmente, il contesto dell' hijab è l'attitudine modesta nel vestiario della
donna musulmana.
E' utilizzato volontariamente dalle donne musulmane
nella maggior parte dei paesi islamici.
Simboleggia soprattutto un atto di religiosità per
mettere in pratica il Corano.
Viene utilizzato in tutti i paesi islamici e in
Turchia, Siria e Tunisia.
Per mia esperienza personale, durante un viaggio di studio antropologico in alcune isole Maldiviane, ho potuto riscontrare in prima persona l’utilizzo, da parte di adolescenti e donne adulte, dell’hijab e non solo. Alcune di esse, soprattutto le più anziane, indossavano anche tipi di niqāb e chador.
Vi posto due immagini che ho scattato: nella prima
potete vedere una
madre che fa il bagno con il proprio figlio senza scoprirsi in alcun modo, mentre nell'altra delle ragazze che giocano a pallavolo.
In ogni caso bisogna sottolineare il fatto che nel mondo
femminile si è venuto a creare una sorta di struttura piramidale per cui più ci
si avvicina a Dio più ci si copre.
Per cui esteticamente si “riesce” a capire il livello
di devozione attraverso la quantità di corpo coperto e la larghezza degli
indumenti che si portano.
Lisa
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